Bank account, still a mirage

by Giovanna Guzzetti

In Italy many women have a dream. Or a mirage… A bank account.

Still now 21% of Italy’s women do not have a personal bank account; 10%of them do not have a bank account at all, according to a survey carried out by Turin – based Saving Museum in cooperation with Intesa Sanpaolo, Italy’s largest bank. And looking at the different Italian areas we find a situation even worse in Southern regions.

No bank account often means no income, no savings. A downward spiral leading to an inescapable women’s economic weakness, particularly when they are elderly/aged.

Among the luckiest ones who can benefit from a certain degree of economical independence only 22% puts money apart on a regular basis; within this cluster only 45% makes regular investments. Preferred domains are insurances and bonds; women generally do not like shares and funds, definitely more risky but actually also more profitable.

All this confirms that Italy needs to spread financial literacy, a phenomenon that, when happens, is still conveyed through gender channels, rigidly separated. To the benefit of boys, as the most recent OECD– Pisa surveys stated, with a gap not yet bridged.

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Il miraggio del conto corrente

Il conto corrente. In Italia per molte donne è ancora un sogno. O un miraggio. E’ quanto emerge da una indagine svolta dal Museo del Risparmio di Torino in collaborazione con Intesa Sanpaolo. Il 21% delle donne italiane non possiede un conto corrente personale, il 10 % circa non ne ha proprio uno. Possibile nell’anno 2017? Ebbene sì. E quello citato è il solito dato medio: se si va al Sud le percentuali sono parecchio più elevate.

Niente conto corrente spesso si associa a niente redditi, niente risparmi. Una spirale negativa che conduce inevitabilmente ad una fragilità economica delle donne, soprattutto nell’età più avanzata.

Tra le fortunate che godono (almeno) di (una relativa) indipendenza economica soltanto il 22,6% risparmia regolarmente; tra le risparmiose solo il 45% investe regolarmente. Con un orientamento prevalente verso polizze assicurative ed obbligazioni: le donne appaiono poco propense a rivolgersi verso strumenti più rischiosi (azioni, fondi ecc.) ma anche più redditizi.

Fatti che confermano come ci sia un crescente e confermato bisogno di educazione finanziaria. Che ancora oggi, mostra l’indagine, viene trasmessa attraverso il genere, con canali rigidamente maschili e femminili. A tutto vantaggio dei maschietti, come confermano anche le più recenti indagini Ocse – Pisa.